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Fondazione Cassa di Risparmio di Imola dona alla Comunità un sistema robotizzato per la chirurgia

Il sistema robotico Da Vinci Xi è già attivo al Santa Maria della Scaletta grazie ad un noleggio operativo triennale finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.

La chirurgia robotica, frontiera più avanzata della chirurgia mini-invasiva, è oggi a disposizione della nostra comunità grazie alla generosa donazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Imola che ha deciso di sostenere la proposta della direzione dell’Azienda USL di Imola, finanziando il noleggio operativo triennale del sistema Da Vinci Xi, la piattaforma robotica più evoluta e diffusa nel mondo.    

Tutto questo anche grazie ad un accordo già sottoscritto tra Azienda sanitaria di Imola ed Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico di Sant’Orsola che impegna le parti in un progetto comune di sviluppo della chirurgia robotica perché contribuisca, tra l’altro, a contenere i tempi di attesa della chirurgia elettiva attraverso l’incremento e l’ottimizzazione della disponibilità di risorse umane e strumentali, realizzi progetti di ricerca in rete nel campo delle tecniche chirurgiche ed interventistiche d’avanguardia ed assicuri una formazione specialistica innovativa.  

Chirurgia generale, Urologia 
sono le due specialità chirurgiche che utilizzeranno fin da subito il robot Da Vinci, su casi selezionati.

Per il 2023 si stimano circa 150 interventi l’anno per il bacino di Imola, e ulteriori 100 interventi l’anno svolti ad Imola dai professionisti del S. Orsola sul bacino metropolitano.
La casistica robotica salirà a 300 casi/anno nel 2024 e a 350 casi/anno nel 2025. Questi volumi garantiranno sostenibilità, appropriatezza e curve di apprendimento per i professionisti coinvolti.

L’accordo con l’AOSP di Bologna prevede che il robot chirurgico installato a Imola, pur finalizzato prioritariamente a soddisfare le esigenze del bacino d’utenza del nostro distretto, sia messo a disposizione di un bacino più ampio, arricchendo la dotazione tecnologica metropolitana di piattaforme robotiche.
Una vera e propria rete metropolitana di chirurgia robotica coordinata da IRCCS-AOSP di Bologna, governata da un board organizzativo per l’allocazione dei pazienti e degli interventi in rapporto alla complessità chirurgica e alle caratteristiche cliniche dei pazienti.

Dopo l’entrata in funzione del robot (di fatto già avvenuta il 9 gennaio scorso con il primo intervento effettuato dal Dr Masetti, in foto), da marzo 2023 la piattaforma di Imola ospiterà una seduta settimanale (10h) di chirurgia robotica dell’AOSP, corrispondente a 100 interventi/anno di chirurgia urologica e ginecologica.

Questo sosterrà la riduzione delle liste di attesa del Policlinico S. Orsola, in particolare per i pazienti assistiti dall’Azienda USL di Imola, che riceveranno così una risposta di prossimità, contribuendo parallelamente a formare sul campo i chirurghi delle équipe imolesi che beneficeranno dell’affiancamento di chirurghi esperti dell’AOSP.  

consolle robot chirurgicoConferenza Stampa 13 gennaio 2023 da sx Chiara Gibertoni (DG AOSP Bo) Andrea Rossi (DG Ausl Imola) Rodolfo Ortolani (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Imola) Marco Panieri (Sindaco di Imola) Vittorio Chioma (Presidente Commissione Medica Fondazione Crimola) Michele Masetti (direttore UOC Chirurgia generale) Emilio Emili (Direttore Dipartimento Chirurgico e UOC Urologia)

La chirurgia di Imola. Dalla laparoscopia alla robotica, un percorso costruito nel tempo

Per l’Azienda USL di Imola l’introduzione della chirurgia robotica è la tappa fondamentale di un percorso che viene da lontano.
Già da diversi anni, infatti, è grande l’impegno nello sviluppo professionale, organizzativo e strumentale per la diffusione della chirurgia videolaparoscopica, tecnica mini-invasiva grazie alla quale l’accesso alle cavità corporee e ai tessuti profondi avviene senza ricorrere alle grandi incisioni richieste dalla chirurgia tradizionale “a cielo aperto”, riducendo al minimo il trauma operatorio.
Una quota significativa di interventi sullo stomaco e sull’intestino, sull’apparato urinario e riproduttivo femminile e ancor più rilevante di interventi sulla colecisti e sulla parete addominale, sono oggi praticati nel presidio ospedaliero di Imola con tecniche videolaparoscopiche.
Nonostante i grandi progressi, la chirurgia videolaparoscopica ha però dei limiti oggettivi di sviluppo: una lunga e complessa curva di apprendimento, una manovrabilità limitata degli strumenti, una scarsa ergonomia del chirurgo ed una visualizzazione su schermo bidimensionale. E’ proprio in risposta a questi limiti che la chirurgia robotica si presenta come una evoluzione naturale: attraverso piccole incisioni cutanee vengono inseriti nelle cavità corporee una telecamera 3D ad alta definizione ed alcuni strumenti miniaturizzati che vengono poi assemblati a dei bracci robotici, manovrati dal chirurgo attraverso una consolle.   

Oggi la chirurgia robotica videoassistita rappresenta la frontiera più avanzata della chirurgia miniinvasiva, l’ultimo gradino nello sviluppo delle innovazioni tecnologiche in chirurgia. Inizialmente pensata per assecondare le esigenze chirurgiche di accedere a distretti anatomici notoriamente difficoltosi con l’approccio laparoscopico, come la pelvi maschile, e quindi con indicazioni prevalentemente urologiche, la chirurgia robotica si è oggi evoluta al punto da permettere l’esecuzione di interventi complessi di tutti gli organi e visceri toraco-addominali.

Il robot riproduce gli stessi gesti del polso umano, consentendo libertà di movimento su 7 assi (a differenza dei 4 assi degli strumenti di laparoscopia convenzionale), ed una rotazione di quasi 360°, permettendo quindi di effettuare movimenti che non sarebbero altrimenti possibili.   

La presenza di un primario di Chirurgia generale, il Dr Michele Masetti, già esperto in robotica; l’investimento nella formazione tecnica di due chirurgi urologi ed il reclutamento imminente di una ulteriore professionalità con expertise consolidata in questa metodica chirurgica in ambito ginecologico, è stata la strada intrapresa dalla direzione aziendale di Imola negli ultimi mesi, nella consapevolezza dei vantaggi che l’introduzione del sistema robotico avrebbe portato alla sanità del territorio. Già avviata la formazione specifica sul corretto funzionamento della piattaforma e sulle tecniche chirurgiche, prevedendo anche l’utilizzo di piattaforme virtuali di training e di piattaforme robotiche esterne. Questa formazione viene estesa a tutto il personale di sala operatoria, inclusi gli anestesisti, gli infermieri di sala ed il personale addetto alla sterilizzazione. E’ così assicurata un’adeguata preparazione e certificazione antecedente alla fase clinica, in modo da garantire le performance dei chirurghi, minimizzare le complicanze peri-operatorie, accorciare le curve di apprendimento e massimizzare i benefici per i pazienti. Il percorso prevede una formazione prima teorica e poi pratica con o senza simulatore, con un periodo di osservazione e poi di affiancamento in sala operatoria.   

I vantaggi per i pazienti 
Per i pazienti gli interventi robotici prevedono incisioni minime con notevole diminuzione del dolore post-operatorio e con migliori risultati estetici e funzionali: le perdite di sangue sono limitate, e conseguentemente la necessità di trasfusioni; è molto ridotta la probabilità di infezioni del sito chirurgico; sono più brevi i tempi di recupero ed il ritorno alla normalità; si riducono i tempi della degenza ospedaliera e l’incidenza delle complicanze post-chirurgiche; migliora infine la qualità percepita e la soddisfazione per l’assistenza e le cure ricevute.   

I vantaggi per i chirurghi
 L’utilizzo del sistema robotico aumenta il comfort e riduce lo stress fisico del chirurgo durante gli interventi, grazie all’avanzata ergonomia del sistema. Il campo operatorio è visualizzabile ingrandito in tre dimensioni e in alta definizione; il robot riesce a filtrare e a minimizzare eventuali tremori dell’operatore; risulta eliminato l’effetto “buco della serratura”, tipico della laparoscopia, risultando eseguibili movimenti più naturali, tipici della chirurgia a cielo aperto; è consentita un’estrema facilità di accesso anche a distretti anatomici difficoltosi; migliora infine la radicalità degli interventi oncologici, con conseguente riduzione del rischio di recidiva, grazie alla precisione delle procedure, alla possibile manipolazione di strutture anatomiche delicate (es. vasi sanguigni) difficilmente aggredibili in altro modo ed al riconoscimento di strutture anatomiche difficili da visualizzare in determinati contesti chirurgici (es. piccoli linfonodi, vasi linfatici). 
Non va poi sottovalutato l’aspetto motivazionale e di prestigio professionale per le équipe chirurgiche e, conseguentemente, il vantaggio reputazionale per l’Azienda Sanitaria che incrementa la propria attrattività, in primis verso i propri assistiti.  

 
Ultimo aggiornamento pagina:
19 Gennaio 2023
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