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Scarlattina e tonsillite streptococcica. A febbraio un aumento della circolazione, ma nessun allarme: dal pediatra solo in caso di sintomi

43 i casi di scarlattina segnalati a febbraio, 21 a gennaio

Anche nel nostro territorio si è evidenziata a febbraio una maggiore circolazione di streptococco, un batterio che – soprattutto nei bambini – può causare scarlattina o tonsillite streptococcica, malattie che si trasmettono attraverso le goccioline di saliva, che circolano regolarmente ed hanno nei mesi più freddi il loro picco, ma che si curano con l’antibiotico e dopo sole 48 ore di trattamento non risultano più contagiose, tanto che si può tranquillamente ritornare a frequentare la scuola.
Grazie alle corrette cure antibiotiche, le complicanze delle infezioni da streptococco sono rare e, ad oggi, nel nostro territorio non c’è stato nessun caso di scarlattina che ha richiesto un ricovero.

Nessun allarme quindi, ma una normale attenzione ai sintomi.

La scarlattina si evidenzia con febbre elevata, mal di testa, mal di gola e comparsa di macchioline cutanee della grandezza di una capocchia di spillo, localizzate al volto, al tronco e più fittamente al collo, alle ascelle e all’inguine, mentre la zona intorno alla bocca è in genere risparmiata. Possono essere presenti dolori addominali o vomito, le tonsille sono in genere ingrossate, rosse, ricoperte di materiale biancastro presente anche sulla lingua che in genere scompare dopo alcuni giorni lasciando un caratteristico colore rosso (aspetto a fragola).

La tonsillite streptococcica, che è molto diffusa in inverno anche negli adulti, ha sintomi simili ma non presenta esantema cutaneo.
A titolo informativo, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Imola, ogni qualvolta siano segnalati casi di infezione streptococcica nella comunità scolastica, invia alla scuola una nota che viene poi trasmessa alle famiglie, ma questa comunicazione non deve creare ansie nei genitori, che solo qualora si presentino sintomi dovranno contattare il pediatra di famiglia che attraverso l’anamnesi o, se lo ritiene opportuno, un apposito tampone, procederà alla definizione della diagnosi e, in caso di conferma, prescriverà la terapia antibiotica più adatta. L’esecuzione di un tampone in assenza di sintomi non ha alcun senso, se non quello di sottoporre il piccolo ad un inutile disagio

 

Ultimo aggiornamento pagina:
08 Marzo 2023
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