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Contesto di riferimento

Condizioni socio-economiche e mercato del lavoro

Soggetti in condizione di marginalità potenzialmente portatori di bisogni

I Centri di Ascolto della Caritas diocesanacontinuano a rappresentare osservatori particolareggiati, oltre che punti diriferimento stabili, sulle frange di precarietà e "quasi povertà" dellacomunità di riferimento. I dati che seguono sono mutuati dal Rapporto sulle povertà Caritas 2012 delCentro di Imola. In Figura 1.16,i dati sull'utenza confermano un ulteriore aumento a livello complessivo(+3,2%), differenziato per provenienza: a fronte di una drastica riduzionedegli stranieri di area U.E. (-40%) emerge un forte incremento degli Extra U.E.(+30%). Si nota che la numerosità di cittadini italiani si sovrapponeesattamente a quelli stranieri extra europei.

 
 

Le richiestemaggiori sono poste dalla fascia 36-45, ove la differenziazione numerica tra igeneri tende ad annullarsi. Da notare la preminenza del genere maschile nelleclassi "estreme" e nella macro fascia 46->=65, quella femminile nelle fascefino a 45 anni.

 

Mercato del lavoro e Tenore di vita

Di particolare interesse alcuni supportiinformativi sul mercato del lavoro tratti dall'"OsservatorioEconomico-Statistico", in capo al Nuovo Circondario Imolese.
La crisi iniziata nel 2008 non ha lasciato indenne il territoriolocale, colpito sia sul versante imprese che su quello degli addetticomplessivi ("Osservatorio Economico-Statistico"), ma in misura minore rispettoad altri livelli territoriali.
Il trend in Tabella 1.17 mostra come sia diminuito il numero delleimprese attive sul nostro territorio di 308 unità (-176 solo nel 2012) tradottoin 1.716 occupati in meno. In controtendenza nell'ultimo quinquennio, solo iterritori di Castel Guelfo ed in misura minore Dozza. Penalizzato il bacinoeconomico dei comuni collinari e pede-montani della Val Santerno, con in testaa tutti Fontanelice (-30 imprese). In pianura, più colpiti di altri in terminiassoluti Castel San Pietro e Medicina, ambedue con una discreta erosione diimprese.

 
 

In riferimento al tenore di vita, vengono presentati dueindicatori tradizionalmente di interesse per la qualità della vita: il redditopro-capite ed il consumo pro-capite. L'Emilia Romagna, tra le meglio posizionate nel panorama nazionale per redditopro-abitante (dopo Lombardia e Trentino-Alto Adige - Fonte Eurostat), registra ancora,nel 2012, il primato della provincia di Bologna.
Il "redditometro"del capoluogo ritorna leggermente a flettere dopo l'incremento 2011 (-1,69%)secondo solo a quello della Provincia Forlì-Cesena (-1,55%).

 
 

La provincia diBologna cede il primato invece sul versante dei consumi che, prendendo in esamela spesa pro-capite, risulta secondo dopo Forlì-Cesena, ma pur sempre al 1° postodell'area emiliana con una media di € 20.000 a testa nel 2012. Reggio Emilia siconferma, come negli ultimi anni la più parca.


Ultimo aggiornamento pagina:
12 Aprile 2019
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