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PRINCIPI DI RIFERIMENTO, INDIRIZZI REGIONALI E LOCALI

In coerenza con quanto fin qui descritto, nel contesto del Piano Strategico una posizione di rilievo è assunta dai principi di riferimento, distinti come segue.
 
I principi del Sistema Sanitario Nazionale, già definiti nella nostra Carta Costituzionale, ormai da anni immodificati, tanto che le riforme succedutesi riguardano, per così dire, il modo con cui tali principi possono essere garantiti, in una società il cui continuo mutamento è connotato da una crescente complessità. A questo proposito basti pensare alla trasformazione della società italiana in società multietnica, a gradi diversi di riconoscimento di cittadinanza, e con riconoscimento univoco alle persone dell'intervento sanitario come bisogno primario.
 
I principi del Sistema Sanitario Regionale, coerenti e confermativi dei primi, per quanto la regionalizzazione della Sanità ne introduca altri, ovvero differenzi l'interpretazione dei principi originari.
 

 

I principi alla base della programmazione strategica dell'Azienda Usl di Imola:

  • Autonomia organizzativa, nell'ambito delle regole di sistema e per il perseguimento di scopi leciti, finalizzata alla diversificazione e alla ottimizzazione dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi offerti, ed alla migliore aderenza possibile ai bisogni espressi dal contesto territoriale;
  • Sostenibilità economica, cioè capacità di generare una stabilità duratura degli indicatori economici, un solido equilibrio nel rapporto dinamico fra finanziamento e costi dei livelli di assistenza (LEA), combinando efficacemente le risorse disponibili, anche al fine di valorizzare la specificità dei servizi offerti e rafforzare l'autonomia aziendale;
  • Innovazione clinico-assistenziale, strutturale, tecnologica ed  organizzativa, cioè introduzione regolata di significativi cambiamenti nei processi di cura, nelle strutture, nelle tecnologie sanitarie e nelle funzioni interne all'Azienda, condizione essenziale per lo sviluppo ed il miglioramento della qualità dei servizi offerti;.
  • Autosufficienza territoriale, ovvero perseguimento del dimensionamento e della funzionalità ottimale dei servizi necessari a soddisfare localmente la domanda di assistenza attesa nella popolazione residente, sulla base delle sue caratteristiche epidemiologiche e demografiche;
  • Non ridondanza dei servizi, per superare gestioni frammentarie e garantire dimensioni e composizione ottimali delle unità operative dal punto di vista della funzionalità e della economicità, in equilibrio con le esigenze di decentramento, di accessibilità dei servizi e di continuità della cura;
  • Inclusività ed integrazione delle componenti dell'organizzazione nella produzione di prestazioni e servizi, superando logiche di proprietà esclusiva delle risorse messe a disposizione (personale, spazi ambulatoriali, posti letto, sale operatorie, tecnologie sanitarie, ecc.), favorendo la mobilità degli operatori in luogo della mobilità degli assistiti, laddove possibile, per favorire efficienza operativa, prossimità della risposta ed equità di accesso alle prestazioni;
  • Differenziazione delle vocazioni distintive o di eccellenza dei servizi, su scala aziendale, di area vasta o regionale, con l'obiettivo di combinare le esigenze di qualità, di efficienza operativa, e di valorizzazione delle competenze professionali, per quelle funzioni per le quali è necessario concentrare l'offerta per rarità delle condizioni, complessità dell'assistenza o per sofisticazione dei sistemi tecnologici di supporto ovvero integrarla nell'ambito di reti cliniche.
 

Ultimo aggiornamento pagina:
12 Aprile 2019
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